25 novembre 1383
[...]durante l'attività del vescovo Giovanni di Rivalta la chiesa ebbe a soffrire lo scisma che, iniziatosi nel 1378 con l'elezione dell'antipapa Clemente VII, durò per quarant'anni fino al 1417[...]
Il vescovo Giovanni, come abbiamo già detto, durante il suo episcopato, svolse un'opera notevole per la riforma del clero e rientrano in quest'azione di tutela e difesa della disciplina ecclesiastica anche i processi promossi «contra presbiteros et fratres», negli anni 1378-1387.
Dalle pagine del protocollo n.13 appare che nessun soggetto fu incriminato per eresia; in genere si era incriminati per risse pubbliche, plateali e scandalose, per aver frequentato e gestito taverne, nè manca l'accusa di concubinato o di adulterio sacrilego.[...]
Al termine accadeva spesso che l'imputato si rimettesse alla benignità e alla misericordia del vescovo e allora la condanna consisteva per lo più in una multa, che variava secondo i delitti.
Pagatala ed avvenuta pertanto la composizione, il notaio quasi sempre annotava «Satisfactum domino episcopo», quindi cancellava l'intero verbale con una linea verticale.
Quando, invece, la composizione non era avvenuta le pagine del verbale rimanevano integre, come appare anche dagli atti seguenti:
1) « Contra presbiterum[...]»
2) « Contra presbiterum[...]»
3) « Contra presbiterum Johannem rectorem ecclesie curate Villareti Bagnolii », accusato di frequentare taverne 25 novembre 1383.
4) « Contra presbiterum[...]