Antica Chiesa (1595)


Di questa chiesa non abbiamo notizie rilevanti, se non dopo il 1500.
Infatti i registri dei Battezzati vengono datati il 29 Aprile 1595 e iniziati dal Pievano Carosso Vincenzo.
Le prime visite pastorali, che abbiamo visto compiere a Bagnolo, da Mons. Peruzzi e da Mons. Broglia, non toccarono la nostra chiesa.
Dobbiamo attendere la fine del 1600, con la visita pastorale di Mons. Vibo, per avere una descrizione della chiesa.
Mons. Vibo giunse a Villaretto il 25 Settembre 1699, dopo aver visitato le parrocchiali di S.Pietro e di S.Giovanni Battista, e vi trova il Priore di Bagnolo, essendo malato il Pievano Giugliaria Bartolomeo.
Il Vibo però ci fornisce una affrettata descrizione della chiesa afferma solamente che era formata da tre navi, mentre solo la sacrestia era “voltata”, come per dire che la chiesa non lo fosse.
Sopra l'altare maggiore prendeva spazio il quadro di Jacopíno Longo, con funzioni di Icona.
Vi erano tre altari laterali: quello di S. Antonio, in capo alla navata laterale destra, del S.mo Suffragio e del Rosario nella navata sinistra.
Presso gli Altari erano erette le società del Corpo di Cristo (1680), del Suffragio (I698), e del Rosario (1661).
Alla fine del 1600 la parrocchia contava 637 anime delle quali 400 in età di comunicarsi.
Questa chiesa che doveva essere molto spoglia non doveva subire delle modifiche rispetto ad una mappa del 1776 che ne delimita la posizione e i dintorni.  
Un ultimo documento che ci parla della chiesa è del Pievano Marchetti del I868.
La descrizione della chiesa ci dice che è gotica, a tre navate, ed è di 203 metri quadrati. Ha una popolazione di 1200 individui, appena raddoppiata rispetto ad un secolo precedente, le pareti sono mediocramente solide, con poche pitture.
Continua il pievano dicendo che

«il pavimento e il coperto sono in buono stato.... vi é il coro di forma quadrata e di ampiezza sufficiente.... la facciata é bianca, non vi é la croce in alto, non vi sono emblemi».

La chiesa inoltre viene tenuta aperta solo durante le funzioni, e ha vicino solo la casa del sacrestano.
Gli altari sono passati a quattro: nella navata laterale destra quelli di S. Croce e di S. Antonio, in quella di sinistra del S. Rosario e di S. Giuseppe.

«Vi é pure l'altare di S. Giuseppe nell'istessa navata, ha la sua predella ed é fatto in bosco colorito,ed é fornito dell'icona rappresentante la Natività di Gesù Cristo e di Maria Vergine».

Della Chiesa del 1600 abbiamo una relazione a firma dei pievano don Arnolfo Fenoglio datata 1869 di cui riportiamo alcuni stralci.

«la chiesa a quanto pare è antica e di stile gotico a tre navate. Vi sono cinque altari ancora decentemente ornati [ ... ] battistero chiuso dal cancello di ferro, quattro confessionali di noce [...] un organo rovinato. A notte si alza il campanile con tre campane e l'orologio; attigua al campanile un cabinetto, in cui si conservano alcuni arredi e si odono le confessioni dei sordi. (?) A giorno della chiesa [...] vi è la sacrestia ed un cabinetto ad uso del parroco e sopra due camere per il sagrestano».

Nella relazione segue un lungo elenco dei paramenti, dei vasi sacri, della biancheria e dei libri presenti nella chiesa. Vengono inoltre elencati i terreni e gli immobili di proprietà della parrocchia […] Tra i libri citati nell'elenco risultano

«tre stati d'anime il primo per l'anno 1857, il secondo per l'anno 1864, il terzo per l'anno 1869»

di seguito

«libri dei conti delle compagnie, primo del SSmo Sacramento-; secondo - del SS.mo Rosario-; terzo- del Suffragio, S. Giuseppe, S. Antonio; quarto delle cappelle di S. Giorgio e S. Bernardo; quinto della cappella dei S. Pietro e Paolo.»

Nell'antica chiesa doveva trovarsi la pala d'altare dell'Adorazione dei Magi opera di Jacopino Longo, attualmente conservata nel Museo di "Casa Cavassa"
La chiesa attorno alla metà del 1800 risultava cadente ed in cattivo stato.
Il giovane parroco Don Arnolfo Fenoglio, villarettese di nascita, con l'aiuto del suo vice-curato Don Odetti, nell'autunno del 1872 iniziò a pensare alla costruzione della nuova chiesa.
I lavori presero avvio nella primavera successiva. Secondo i documenti dell'epoca i parrocchiani concorsero in maniera straordinaria a recuperare pietre, sabbia e legname per la costruzione della nuova chiesa.

Il progetto e la direzione dei lavori furono eseguiti gratuitamente dall'Arch. Giuseppe Gastaldi di Luserna.
Nell'archivio parrocchiale, oltre ai vari fogli dei progetti, è conservata una sua lettera di polemica, datata 1890 scritta in seguito alla messa di trigesima di don Fenoglio in cui il Gastaldi fa alcune precisazioni sulla costruzione della chiesa in riferimento al discorso funebre tenuto nella celebrazione.
A Villaretto, quasi nascosti, esistono poi due busti in gesso, raffiguranti l'Arch. Castaldi che fino a qualche anno fa non si sapeva a chi appartenessero.
Da una ricerca sulle origini e la vita del professionista, è stato infatti ritrovato un busto marmoreo quasi identico presso la tomba di famiglia nel cimitero di Luserna Alta.